La Facoltà di scienze biomediche: un nuovo indirizzo e "lievito" universitario

I primi professori della Facoltà: da sinistra, Luca Gabutti, Antonio Lanzavecchia, Giacomo Simonetti, Mario Bianchetti, Giovanni Pedrazzini, Alan Kälin e Andrea Alimonti
I primi professori della Facoltà: da sinistra, Luca Gabutti, Antonio Lanzavecchia, Giacomo Simonetti, Mario Bianchetti, Giovanni Pedrazzini, Alan Kälin e Andrea Alimonti

Servizio comunicazione istituzionale

23 Gennaio 2017

Si è tenuta questa mattina nell’auditorio del campus di Lugano la conferenza stampa pubblica di presentazione della Facoltà di scienze biomediche dell’Università della Svizzera italiana. Il Segretario di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione Mauro Dell’Ambrogio, il Rettore dell’USI Boas Erez e il Decano della Facoltà Mario Bianchetti hanno illustrato nel dettaglio la struttura della nuova Facoltà, presentando insieme ai rappresentanti delle istituzioni che collaborano al progetto il primo nucleo dei professori e il percorso formativo a livello sia di Bachelor sia di Master.

I professori chiamati a comporre la nuova Facoltà di scienze biomediche dell’USI – oltre al Decano Prof. Mario Bianchetti – sono (in ordine alfabetico): Andrea Alimonti (Direttore di laboratorio presso l'Istituto oncologico di ricerca, IOR), Luca Gabutti (Primario del servizio di medicina interna dell’Ospedale San Giovanni di Bellinzona e Valli, Capo dipartimento medicina interna EOC), Michele Ghielmini (Primario di oncologia medica e Direttore sanitario dell'Istituto oncologico della Svizzera italiana), Alain Kälin (Direttore medico del Neurocentro della Svizzera italiana e Responsabile della ricerca in neuroscienze e del laboratorio di neuroscienze), Antonio Lanzavecchia (immunologo, Direttore dell’Istituto di ricerca in biomedicina, IRB), Giovanni Pedrazzini (Co-primario di cardiologia al Cardiocentro Ticino) e Giacomo Simonetti (Primario di pediatria presso l’Ospedale San Giovanni di Bellinzona e Valli e l’Ospedale della Beata Vergine a Mendrisio).

Tutti sono stati valutati dal Comitato costituente della nuova Facoltà, composto da esperti dal prestigio nazionale e internazionale quali Ludwig Kappos, Luigi Mariani, Giatgen Spinas, Christian Wolfrum e Thomas Zeltner.

Il contributo della Confederazione

Il Segretario di Stato Mauro Dell’Ambrogio ha sottolineato il determinante contributo su scala federale di 100 milioni per gli anni 2017-2020, destinato a incoraggiare l’aumento dei posti di studio in medicina umana con l’obiettivo di raggiungere 1'350 nuovi medici formati annualmente in Svizzera a partire dal 2025. Il Segretario di Stato ha espresso il proprio plauso al progetto dell’USI, che non solo contribuirà ad affrontare il problema di fondo della penuria di medici formati in Svizzera, ma pure lancerà alcuni spunti di riflessione sul sistema complessivo di finanziamento della formazione e della ricerca medica a livello nazionale.

Un nuovo indirizzo per la crescita della Svizzera italiana

Per il Rettore dell’USI Boas Erez la nuova Facoltà di scienze biomediche “rappresenta un lievito di particolare valore per la Svizzera italiana, in tre direzioni: sul piano della formazione, contribuendo allo sforzo di formare più medici; sul piano della ricerca, raggruppando e coordinando attività di grande valore scientifico sviluppate in Ticino già da alcuni decenni nel campo della biomedicina; sul piano dell’innovazione, favorendo lo sviluppo del territorio e rafforzando i legami con il settore farmaceutico della Svizzera italiana e quello della ricerca traslazionale biomedica. Il ruolo della Facoltà – ha concluso – è in sostanza di aggiungere 'lievito' a questo impasto già esistente per farlo crescere a livello universitario”. La Facoltà ospiterà pure la già molto apprezzata formazione imprenditoriale CASE BioMed.

Ai rappresenti dei numerosi partner coinvolti è andato quindi il ringraziamento di Erez per lo spirito di collaborazione, che gli ha permesso di concludere: “È grazie alla capacità di fare sistema che il nostro progetto può dare al settore medico svizzero un nuovo indirizzo, sia formativo che geografico, contribuendo in modo determinante alla crescita della Svizzera italiana sul piano nazionale”.

Formazione, partner e sostenitori

Il Decano della Facoltà Mario Bianchetti ha dal canto suo ringraziato i membri del comitato che ha accompagnato fin dall’inizio il progetto, primo tra tutti il già Presidente dell’USI Piero Martinoli.

Il Prof. Bianchetti ha poi illustrato i dettagli del percorso formativo previsto, che prenderà avvio dal mese di settembre di quest’anno con i Bachelor delle istituzioni universitarie partner dell’USI, ovvero l’ETH Zürich, l’Università di Zurigo e l’Università di Basilea. Nel 2020, al termine dei tre anni di Bachelor, circa 70 studenti provenienti dalle tre università partner inaugureranno il Master dell’USI, grazie al quale – dopo successivi tre anni studio – potranno avere accesso all’esame federale.

Da sottolineare l’importante contributo della IBSA Foundation, grazie alla quale sarà possibile assegnare borse di studio agli studenti che sceglieranno di terminare i loro studi con il Master dell’USI. Le borse verranno erogate agli studenti giù durante il Bachelor.

La conferenza stampa è poi proseguita con gli interventi dei rappresentanti delle istituzioni che collaborano al progetto: il Prof. Jörg Goldhahn, Direttore medico del nuovo Bachelor in medicina dell’ETH Zürich, ha sottolineato come l’USI costituisca il partner principale di questa iniziativa nuova per il Politecnico, cosa che rafforza ulteriormente le relazioni tra le due istituzioni. Dopo di lui hanno preso la parola il Presidente dell’EOC Paolo Sanvido, il Presidente della Fondazione Cardiocentro Ticino Giorgio Giudici e il Presidente di IBSA Arturo Licenziati.

 

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I primi professori della Facoltà di scienze biomediche: da sinistra, Luca Gabutti, Antonio Lanzavecchia, Giacomo Simonetti, Mario Bianchetti, Giovanni Pedrazzini, Alan Kälin e Andrea Alimonti