Storie e volti della Facoltà di scienze biomediche: il Decanato

(da sin.) Claudia Wyss, Irene Menghini, Martina Vögele, Marco Bianchi, Solange Cingari, Lucie Bourban, Monica Link
(da sin.) Claudia Wyss, Irene Menghini, Martina Vögele, Marco Bianchi, Solange Cingari, Lucie Bourban, Monica Link

Servizio comunicazione istituzionale

14 Settembre 2020

48 studenti di Master, 20 professori di ruolo, oltre 50 medici coinvolti nell’insegnamento e la pratica in clinica – ma anche sette collaboratori di Decanato incaricati del funzionamento della Facoltà di scienze biomediche sul piano amministrativo-organizzativo. Dopo aver conosciuto alcuni volti e storie di professoresse e professori della quinta Facoltà dell’USI, è ora di conoscere meglio chi opera ‘dietro le quinte’.

Il Decanato di Facoltà, diretto dal Prof. Mario Bianchetti >> www.usi.ch/it/feeds/13911 si compone di altri sette collaboratori che svolgono quelle funzioni essenziali per il buon funzionamento della Facoltà, quali la gestione del programma di Master, della scuola dottorale, della formazione continua, delle relazioni con gli studenti, e degli esami, della formazione in clinica e la gestione logistica.

Iniziamo con Monica Link, la programme manager del Master in Medicina, che conosce molto bene la storia della Facoltà, dato il suo coinvolgimento nel progetto di fattibilità per la creazione della Facoltà. “La Facoltà di scienze biomediche ha iniziato la sua attività in un ufficio di circa 15 mq dove il Decano Fondatore Mario Bianchetti e io lavoravamo fianco a fianco. Poco a poco il team si è ampliato e così anche gli spazi di lavoro, passando a quattro uffici al quarto piano dello Stabile principale dell’USI dove la Facoltà e il suo Decanato ha operato per cinque anni. Negli scorsi giorni abbiamo traslocato i nostri uffici in un’ala del Campus Est, tutta riservata alla Facoltà. Oggi accogliamo i primi studenti di Master, un sogno diventato realtà”.

Se il coordinamento amministrativo di un Master richiede cura e dedizione, lo stesso vale anche per le persone che lo frequentano: gli studenti. Solange Cingari ci parla del suo ruolo di responsabile degli student affairs. “Per gli studenti, attuali e futuri, mi occupo di iscrizioni, ammissioni e immatricolazioni, collaborando anche con swissuniversities per quanto riguarda la ridistribuzione degli studenti ammessi secondo graduatoria del test d’ammissione EMS. Forse non tutti sanno che l’USI offre un Bachelor of Medicine in collaborazione con l’Universität Basel: i nostri studenti frequentano i corsi nella città renana in qualità di studenti-ospiti”.

Al termine dei corsi gli studenti sono confrontati con i relativi esami, un momento cruciale nel percorso di studio e che richiede, nel caso specifico degli studi in medicina, di un’organizzazione che va oltre il classico foglio di carta con delle domande a cui rispondere. Irene Menghini ci spiega come opera la segreteria esami della Facoltà. “Ben detto: un momento cruciale per gli studenti, ma anche una sfida arricchente per il team organizzativo. Gli esami di Medicina si suddividono in due parti: una scritta e una pratica che impiega pazienti simulati, che è una prima assoluta per il Ticino. L’organizzazione funziona grazie a una squadra compatta composta dal team esami e dai Professori e docenti che sono spesso sollecitati per domande, redazione di casi pratici e formazioni. Per fare in modo che tutto funzioni ottimamente, sono coinvolti molti servizi e attori, tra i quali gli informatici, il servizio tecnico, coloro che interpretano il ruolo di paziente negli esami pratici e i loro formatori dell’Accademia Teatro Dimitri SUPSI. Tante le sfide, termini, precisione e puntualità, ma con una squadra vincente ed entusiasta si raggiunge il successo!”

La Facoltà di scienze biomediche dell’USI offre ai suoi studenti anche la possibilità di seguire dei percorsi di studio e di ricerca avanzati a livello dottorale. Lucie Bourban ci dice la sua in merito ai vari programmi PhD disponibili. “Parallelamente allo sviluppo del Master è una soddisfazione veder crescere anche la nostra Scuola dottorale, che conta oggi più di 30 studenti. Grazie all’ottima collaborazione con gli istituti affiliati e i partner, i nostri programmi PhD attraggono giovani ricercatori sempre più internazionali”.

Completano l’offerta formativa della Facoltà i programmi di formazione continua. Martina Vögele si occupa di questi e anche alla gestione dei rapporti con uno dei partner strategici del Master in Medicina, l’ETH di Zurigo. “In collaborazione con l'Università di Berna vengono già offerti un CAS, un DAS e un MAS in Medicina del sonno, e per il futuro si sta lavorando ad altri progetti di CAS. Mentre per l’ETH Zürich organizziamo, da due anni a questa parte, una settimana d’emergenza e una settimana clinica per gli studenti al terzo anno di Bachelor”.

Le attività svolte al campus avvengono grazie all’organizzazione e al lavoro di Marco Bianchi che, in qualità di responsabile della logistica della Facoltà, deve gestire oltre alle aule normali anche tutte le particolarità delle apparecchiature mediche. “È un lavoro di grande collaborazione e comunicazione con tutti i docenti, per capire le loro necessità in modo da poter offrire delle soluzioni ottimali. Per me è una grande e nuova sfida professionale, ma posso contare sul supporto di un ottimo team, e insieme riusciremo a incastrare tutti i pezzi al posto giusto”.

Last, but not least, la figura centrale del Decanato, oltre al Decano stesso, è quella dell’assistente operativa, che svolge le diverse attività del Decanato e partecipa anche alle sedute del Consiglio di Facoltà e del Consiglio dei Professori. Claudia Wyss ci racconta in breve le sfide di questo incarico. “Attorno ad una Facoltà vi sono molte attività, alcune più visibili ed altre meno. Ma in tutte queste il Decano ha sempre un ruolo centrale, e quando lui si muove, dietro di lui si muove sempre la mia figura. Inoltre, anche il rapporto con i Professori, Liberi docenti e i docenti clinici è molto importante, e dobbiamo sempre ricordare che queste figure si dividono tra l’attività accademica e l’attività clinica o di ricerca, quindi bisogna sempre immaginare dei possibili imprevisti o ritardi”.