Corona Immunitas Ticino: insieme per reagire - ecco i risultati della seconda fase di test sierologici

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Servizio comunicazione istituzionale

2 Marzo 2021

In risposta alla seconda ondata epidemica del virus SARS-CoV-2, il progetto Corona Immunitas Ticino – condotto dall’Istituto di salute pubblica dell’Università della Svizzera italiana e dal Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale della SUPSI – ha ampliato il proprio campione di analisi coinvolgendo maggiormente le popolazioni dei bambini (5-13 anni), adolescenti (14-19 anni) ed anziani (over 65 anni). Tra novembre e dicembre 2020, e inizio gennaio 2021, sono stati effettuati 1463 test sierologici tra i partecipanti del progetto. Complessivamente la sieroprevalenza si è attestata al 16%, con differenze marcate per classi di età, e in aumento rispetto alla prima fase di prelievi effettuati a luglio 2020.

 

Lo studio Corona Immunitas Ticino

A partire da luglio 2020, 8'000 persone residenti in Ticino di età compresa tra i 5 e i 104 anni ed estratte casualmente dall’Ufficio federale di statistica sono state progressivamente invitate a partecipare allo studio Corona Immunitas Ticino, che fa parte di un’iniziativa nazionale denominata Corona Immunitas, guidata dalla Swiss School of Public Health (SSPH+). A seguito degli aumenti degli scorsi mesi dei casi di infezione da virus SARS-CoV-2, USI e SUPSI, in collaborazione con l’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB, affiliato USI), il Laboratorio di microbiologia applicata della SUPSI e l’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), e numerosi sostenitori sul territorio, si sono mobilitati per ampliare ulteriormente il proprio campione, inviando altri 5'000 nuovi inviti a bambini, adolescenti e anziani (età uguale o superiore ai 65 anni).

 

I risultati dello studio

In Ticino la presenza di anticorpi è stata rilevata nel 16% della popolazione, con differenze marcate tra le diverse fasce di età. A dicembre, la prevalenza di anticorpi contro il virus SARS-CoV-2, era il 6% negli anziani sopra ai 75 anni, il 7% negli anziani tra i 65 e i 74 anni, il 12% tra i bambini di età compresa tra i 5 e i 12 anni e il 18% tra gli adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni.

Il professor Emiliano Albanese, direttore dell’Istituto di salute pubblica dell’USI, commenta le stime: “Questi dati sono affidabili grazie sia all’ampia partecipazione allo studio sia al rigore e alla robustezza dei metodi impiegati. Oltre il 90% del nostro campione dichiara di osservare coscienziosamente le misure di tipo personale (dal lavarsi le mani, all’uso delle mascherine, al mantenimento delle distanze). Aver tenuto aperte le scuole può aver contribuito a modificare in modo positivo i comportamenti di bambini e ragazzi, che hanno stili di vita caratterizzati da maggiori interazioni sociali e mobilità rispetto agli anziani, tra i quali il virus è circolato molto meno. Inoltre, abbiamo osservato che tra i più giovani i sintomi del COVID-19 sono spesso assenti o generici. Ciò può contribuire a complicare il tracciamento dei casi e dei contatti, e riduce quindi l’efficacia delle misure di quarantena e isolamento che è probabile abbiano invece funzionato bene per ridurre il rischio di contagio tra le persone più anziane. La diffusione virus è stata complessivamente contenuta. È una buona notizia, ma il suo rovescio è che 4 ragazzi su 5, e 9 anziani su 10 sono ad oggi ancora suscettibili. Diverse analisi statistiche sono in corso per comprendere le modalità di contagio, anche all’interno dello stesso nucleo familiare”.

 

Le differenze con Ginevra

La sieroprevalenza di anticorpi contro il SARS-CoV-2 si è rilevata più bassa in Ticino soprattutto rispetto ai cantoni romandi. Il confronto con i risultati recentemente pubblicati per il cantone di Ginevra è appropriato poiché i prelievi sono stati eseguiti nello stesso periodo (tra fine novembre e dicembre 2020). Rispetto a Ginevra in Ticino la sieroprevalenza nei bambini e giovani anziani è circa la metà. Anche per adolescenti e anziani sopra i 75 anni si verificano delle differenze, con 5% in meno per il Ticino per gli adolescenti e il 3% in meno per gli anziani.

 

Collaborazioni sul territorio

Il progetto Corona Immunitas Ticino è un progetto ambizioso. Abbiamo stretto numerose collaborazioni che ci hanno consentito di effettuare prelievi di sangue durante il secondo picco della pandemia, in fasce di età particolarmente vulnerabili, e in tutto il Cantone. Oltre al sostegno alle attività di progetto da parte dell’EOC, dell’IRB e del Laboratorio microbiologia applicata della SUPSI, particolare attenzione è stata dedicata a giovani e anziani e alle loro specifiche necessità. Il nostro ringraziamento va a tutti i partecipanti di Corona Immunitas Ticino e ai tantissimi partners locali.

Si ringraziano in particolar modo: BeeCare cure a domicilio per i circa 150 prelievi a domicilio, il Centro Medico e le sedi di Lugano, Chiasso, Bellinzona e Locarno, gli infermieri di Hannelore Pieroni, GIIPSI e il team infermieristico-pediatrico, UniTI Health Services, la Fondazione Sasso Corbaro, la sede dei pompieri di Faido, la sede di Biasca del Tre Valli Soccorso, l’impianto protetto della protezione civile di Acquarossa, l’Associazione Ridere per Vivere Ticino e i clown dottori, e infine Migros Ticino e la Fondazione del Ceresio per il sostegno economico alle attività.

Centinaia di prelievi sono stati effettuati presso il nuovo Campus Est di USI/SUPSI a Viganello, e l’Accademia di architettura dell’USI. Gli spazi messi a disposizione da USI e SUPSI hanno permesso di effettuare i prelievi in tutta sicurezza, sia per i partecipanti che per i tantissimi collaboratori impegnati nella raccolta dei dati, ai quali va il nostro sincero ringraziamento.

 

Per maggiori informazioni sullo studio potete cliccare qui

 

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