Conoscenza, lampadine e leve

Archimede e la leva, Giulio Parigi; Stanzino delle matematiche, Uffizi, Firenze. Fonte: Wikimedia
Archimede e la leva, Giulio Parigi; Stanzino delle matematiche, Uffizi, Firenze. Fonte: Wikimedia
Archimede, Giovanni Battista Langetti; Herzog Anton Ulrich-Museum, Braunschweig. Fonte: Wikimedia
Archimede, Giovanni Battista Langetti; Herzog Anton Ulrich-Museum, Braunschweig. Fonte: Wikimedia

Servizio comunicazione istituzionale

15 Marzo 2021

Nella sua introduzione a una mostra di Max Ernst, il poeta André Breton parla di quella "capacità meravigliosa" di raggiungere due realtà distanti e di "trarre una scintilla dal fatto di avvicinarle". A torto o a ragione, il mondo universitario spesso è ancora confrontato con la necessità di contrastare l'immagine della "torre d'avorio" lontana da ciò che la circonda ed è sempre più chiamato a "fare conoscenza" di e con il tessuto economico e sociale. Proponiamo una riflessione in tema del nostro Prorettore per l'innovazione e le relazioni aziendali, Prof. Luca Maria Gambardella, continuando così il nostro percorso nell'officina del sapere dell'USI, in occasione del 25esimo dell'Università.

Cercando su Google immagini legate alla parola "innovazione", una di quelle che occorre con maggiore frequenza è la lampadina. Che si tratti di una rappresentazione in grado di esprimere al meglio il concetto di innovazione o meno, di solito tendiamo ad associare questa immagine alle idee che "si accendono" dentro di noi, dimenticando forse che una lampadina è innanzitutto uno strumento che serve a illuminare quello che è intorno a noi. E quando si parla di innovazione, come di conoscenza, questo aspetto è fondamentale. 

Come Prorettore per l'innovazione e le relazioni aziendali, la mia affascinante sfida è proprio quella di favorire il trasferimento dei frutti generati dalla ricerca scientifica, grazie anche a 20 milioni di CHF di fondi competitivi all'anno, all'esterno del mondo accademico, verso il tessuto economico e sociale, affinché per il tramite di nuovi prodotti, servizi e soluzioni la collettività possa trarre beneficio dalla "luce" che cerchiamo di accendere sviluppando la conoscenza. 

Innovazione e relazioni: il transfer in questione passa infatti dal promuovere dialogo e creare ponti. In primo luogo all’interno dell’Università medesima, organizzando e dando sistematicità alle diverse iniziative e risultati individuali nell’ambito dell'"applicazione" della ricerca, e accrescendo la sensibilità della comunità accademica verso l’innovazione, la creazione di start-up, la generazione di brevetti, le ricadute pratiche dell’attività scientifica. Ma, ancor più, è questione di tessere una rete di opportunità nel segno dell’apertura all’industria: dalla mia esperienza ho potuto osservare che spesso esigenze e problemi concreti delle realtà produttive sono un proficuo punto di partenza per l’indagine scientifica e per innescare una reciproca fertilizzazione tra industria e ricerca. 

Questa commistione non può e non deve tuttavia limitarsi al mondo economico. L’avvicinamento che genera la scintilla, per richiamare le parole di Breton, avrà tanto più potenziale di creatività e innovazione quanto più faciliterà l’incontro e l'incrocio di una molteplicità di prospettive, mettendo sempre più la scienza a contatto con l’arte, con la cultura, con la società civile, e perseguendo così quella pluralità che per natura caratterizza la conoscenza medesima.    

Si tratta di creare degli ecosistemi della conoscenza e dell’innovazione. Come abbiamo fatto con l’USI Startup Centre, il nostro incubatore per start-up situato sul Campus Est Lugano, insieme alla Facoltà di scienze informatiche e alla Facoltà di scienze biomediche dell’USI, al Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI e all’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale (IDSIA), istituto comune USI-SUPSI, così da incoraggiare gli interscambi tra giovani imprenditori da una parte e professori e ricercatori dall’altra; e come faremo con l’Atelier dei venti – in collaborazione con Lugano Living Lab, Ated-ICT Ticino e Impact Hub Ticino –, uno spazio intergenerazionale e multidisciplinare pensato per stimolare idee di crescita e di sviluppo per la città attraverso il "vortice" creato dai "venti" della scienza, dell’arte, della cultura e della consapevolezza digitale. 

È proprio tutto questo che intendiamo con il motto "facciamo conoscenza", uno dei fili conduttori del 25esimo dell'USI. Fare conoscenza richiama la volontà di conoscersi meglio tra Università e territorio, nel segno della reciproca e feconda osmosi. Fare conoscenza significa in primo luogo sviluppare conoscenza, contribuire al progresso del sapere, in particolare attraverso la ricerca scientifica. Fare conoscenza, infine, comprende il cosa fare attraverso la conoscenza, ovvero concorrere alla crescita economica, sociale e culturale della collettività attraverso la condivisione e il trasferimento del sapere. Archimede, personaggio iconico della conoscenza e del fare conoscenza, si narra abbia detto "datemi una leva e solleverò il mondo": facciamo conoscenza non solo per la soddisfazione di sapere come funzionano le cose, ma anche – se non soprattutto – per smuoverle.

 

#USI25 #facciamoconoscenza #officinadelsapere #scintille

Vedi anche "Le ricerche innovative? Devono uscire dai laboratori per diventare brevetti e startup" - Intervista al Prorettore Gambardella su Ticinoscienza

   

Leggi anche: