Il dilemma dei Social Media: tra critiche accese e la richiesta di educazione consapevole

3ae869be5ddeb9efa07e20197c2a6d8c.jpg

Servizio comunicazione istituzionale

5 Febbraio 2024

Nel ventesimo anniversario di Facebook, l'attenzione si concentra sui presunti effetti negativi dei social media sulla salute mentale, specialmente tra i giovani. Mark Zuckerberg, CEO di Meta, si è recentemente scusato di fronte alle critiche del Congresso americano e delle famiglie che attribuiscono alle piattaforme sociali responsabilità in tragici eventi. Tuttavia, una prospettiva più sfumata emerge dall'intervista, a cura di RSI, con Anne-Linda Camerini, docente e ricercatrice all’Istituto di salute pubblica dell’USI, responsabile del progetto di ricerca Mediaticino.

L'articolo si apre con la posizione attuale di Facebook, spesso criticato nonostante non sia più il social preferito dei giovani. La dottoressa Camerini, esperta in salute pubblica, mette in discussione l'idea che i social media rappresentino una minaccia per la salute pubblica, sottolineando la mancanza di evidenze scientifiche in tal senso.

Uno degli argomenti chiave è la cosiddetta "ipotesi dell'inflazione della salute mentale", che suggerisce che l'aumento delle notizie negative sui media possa contribuire all'amplificazione della percezione dei problemi.

La dottoressa Camerini enfatizza la complessità della questione e la necessità di studi longitudinali per comprendere appieno la relazione tra l'uso dei social media e il benessere mentale nel tempo.

La responsabilità dei social media emerge come elemento critico, con la necessità di misure trasparenti per affrontare questioni come il cyberbullismo e proteggere i giovani da contenuti inappropriati. La soluzione proposta dalla ricercatrice è dunque l'educazione consapevole anziché il divieto totale.

Nella classifica degli effetti collaterali negativi dei social media in Svizzera, si evidenzia il contatto indesiderato a sfondo sessuale, portando l'attenzione sulle sfide legate alla sicurezza online. La dottoressa Camerini sostiene che, nonostante i problemi, vietare completamente i social media non sia la soluzione, ma piuttosto educare gli utenti su un uso consapevole.

Infine si sottolinea la necessità di una discussione equilibrata su questo tema complesso e suggerisce che l'educazione, supportata sia dalle famiglie che dalla scuola, potrebbe essere la chiave per affrontare le sfide attuali e future legate all'uso dei social media.

 

L'articolo integrale è disponibile al seguente link: 
I dolori del non più giovane Zuckerberg - RSI Radiotelevisione svizzera