Una storia di solidarietà tra studentesse universitarie

Da sinistra: Annina D., Olena, Livia S.
Da sinistra: Annina D., Olena, Livia S.

Servizio comunicazione istituzionale

1 Luglio 2022

Olena T., 20 anni, è una studentessa di medicina ucraina, che studia alla Poltava State Medical University. A marzo è giunta in Ticino perché in fuga dalla guerra. Non avendo un posto dove alloggiare, la rappresentante degli studenti in Senato dell'USI Diana D. ha lanciato una richiesta di aiuto via Instagram: a rispondere all’appello sono state due studentesse della Facoltà di scienze biomediche dell’USI, Annina D. e Livia S. Così Olena, grazie alla solidarietà di chi proprio come lei sta studiando per diventare medico, ha trovato una sistemazione nel miglior posto possibile: con altre giovani studentesse, con le quali ha mosso i primi passi a Lugano e all’USI.

Oggi, a quattro mesi di distanza dal suo arrivo, Olena continua i suoi studi online presso la sua università ucraina e ha terminato proprio qualche giorno fa gli esami del terzo anno.  Insieme a suo fratello minore Ivan e a suo cugino Arseni, vive in un appartamento a pochi passi dal Campus di Lugano grazie al generoso sostegno della Fondazione per le Facoltà di Lugano dell’USI.

 

Olena, cosa vorresti dire alle due studentesse che per prime ti hanno accolta a casa loro?

Appena abbiamo incontrato Annina e Livia abbiamo avuto subito un'impressione molto buona. Abbiamo vissuto nel loro appartamento la prima settimana in cui siamo arrivati in Svizzera, è stato indimenticabile. Ogni sera abbiamo cenato insieme e abbiamo potuto discutere di molte cose, ci hanno accolti con amicizia e molto rapidamente hanno organizzato una prima assistenza sia umanitaria, sia finanziaria per la quale siamo molto grati. Approfitto di questa intervista per ripeterlo: ragazze, grazie di cuore per il vostro benvenuto così caloroso e per i bei momenti passati insieme!

 

Come sei stata accolta a Lugano e all’USI?

Ogni giorno all'USI incontro nuovi amici, diverse lingue e culture. Nei primi giorni ho camminato molto, per scoprire la Città di Lugano. Sono rimasta quasi scioccata da quanto tutto fosse bello, in ordine e pulito, ma anche per la gentilezza che le persone hanno avuto nei miei confronti. Siamo arrivati a Lugano grazie a persone meravigliose che hanno deciso di portare aiuto umanitario in Ucraina e ci hanno portati qui nel viaggio di ritorno. In primis Luca Saglini, artista e persona di grande cuore, che è venuto a prenderci al confine con la Polonia e che insieme alla sua bella moglie Roberta continua a sostenerci. Sono loro che mi hanno messo in contatto con l'USI e questo mi ha permesso di incontrare altre studentesse fantastiche come Diana D. e Emma B., con le quali ho passato moltissimo tempo, e di trovare un alloggio grazie al sostegno della Fondazione per le Facoltà di Lugano dell’USI e in particolare al suo Segretario, Albino Zgraggen.

 

Cosa significa dover riprogrammare il proprio futuro per una giovane ragazza che in Ucraina aveva già intrapreso un progetto di studio e di vita solido?

È vero, in Ucraina avevo già fatto le mie scelte: studiavo medicina e lavoravo presso un centro medico. Quando è iniziata la guerra è stato spaventoso dover lasciare tutto per l'ignoto, ma avevo più paura di restare in Ucraina, dove la guerra continua tutt'ora.

 

Sappiamo che ti sei iscritta anche all’USI Summer Campus: quanto è importante per te essere spesso in contatto con altri giovani?

Sono molto contenta di partecipare: spero che mi dia l'opportunità di imparare di più sulla Svizzera e su come si vive qui. Mi rallegro poi di conoscere nuove studentesse e studenti, di comunicare con loro e di imparare meglio la lingua e le tradizioni sia locali, sia internazionali.

 

Quali sono i tuoi progetti e le tue speranze per il prossimo futuro?

Spero con tutto il cuore di poter continuare gli studi in medicina, anche se le difficoltà per trovare soluzioni di continuità non mancano. Più in generale mi auguro che torni la pace, per tutti.